I nuovi proprietari di un antico casale toscano, pesantemente rimaneggiato nella seconda metà del novecento, decidono di intervenire riqualificando in prima istanza gli spazi aperti. Viene quindi bandito un concorso a inviti che prevede lo sbancamento del rilevato del campo da tennis esistente, per ripristinare una corretta fruizione visiva del paesaggio e della topografia dall’interno del casale.
La nuova piscina è immaginata come uno scavo prezioso rivestito con un mosaico in ceramica che reinterpreta, in chiave contemporanea, le pavimentazioni presenti nel Duomo di Siena. Il dislivello tra casale e piscina viene risolto con la costruzione di un portico che richiama nelle forme e nelle tinte l’immaginario delle ville medicee e dei porticati all’italiana e che ospita una nuova orangerie, un angolo bar e una zona benessere.
A lato della piscina, verso il viale d’ingresso al parco, una grande scultura è percorsa e attraversata dall’acqua in un processo di progressiva emersione, per ossidazione di porzioni di materiale, di figure, storie e narrazioni.